DATA BUGS: INTELLIGENZA ARTIFICIALE, QUALITÀ DEI DATI, RESPONSABILITÀ UMANA

Si è appena conclusa la Design Week di Milano e con essa il Fuorisalone 2024, che ha segnato un altro capitolo entusiasmante nella fusione tra arte, design e tecnologia, attirando l’attenzione su come le nuove tecnologie stiano plasmando il nostro presente e il nostro futuro. In mezzo a numerose installazioni del Fuorisalone 2024 che riflettono innovazione e arte, una in particolare ha suscitato riflessioni interessanti rispetto alle interazioni tra intelligenza artificiale ed esseri umani. Si chiama “Data Bugs – AI is a Mirror” ed è un progetto esposto nello spazio di Via Tertulliano, creato per celebrare il ventennale dello studio di design Dotdotdot.

Data Bugs, installazione immersiva e sensoriale, ha invitato i visitatori del Fuorisalone a una profonda riflessione sul potere trasformativo dell’intelligenza artificiale (IA) e, più specificamente, sulle responsabilità etiche e sociali che accompagnano l’uso di questa tecnologia.

Al centro di questa riflessione non può che collocarsi la questione della qualità e della tipologia dei dati utilizzati per addestrare i sistemi di IA: se l’intelligenza artificiale deve servire come specchio dell’umanità, quali immagini riflette quando i dati sono imperfetti, pregiudizievoli, di scarsa qualità, o addirittura falsi?

Data Bugs: La Responsabilità Umana dietro l’IA

L’era digitale e tecnologica ci pone, oggi più che mai, di fronte a un bivio etico fondamentale: come possiamo addestrare i sistemi di IA in modo che servano l’umanità senza perpetuare i bias esistenti o creare nuove forme di disuguaglianza?

La risposta risiede in gran parte nella responsabilità umana di fornire dati di qualità, riducendo i pregiudizi e mirando all’equità, migliorando così l’affidabilità e l’utilità dei sistemi di IA, ma anche riflettendo un impegno collettivo verso una tecnologia che rispetti i principi di giustizia e parità.

In una società sempre più data driven, le sfide poste dall’Intelligenza Artificiale non sono solo etiche, ma anche tecniche e, non ultimo, legali.

Integrare i sistemi di IA nelle quotidianità aziendali, lavorative, di studio, ci costringe a riflettere su cosa significhi essere “umani” in un’epoca (alcuni chiamano questo periodo proprio “umanesimo digitale”) in cui la tecnologia può simulare (e a volte, forse, superare?) le capacità umane.

Tutto parte, però, dalle capacità umane e dalla fonte di “alimentazione” dell’IA: i dati, il loro grado di rappresentatività, di incertezza, di aggiornamento, di informazione, di coerenza.

Affrontare questi temi ha richiesto e richiede tuttora un dialogo aperto tra esponenti di diversi settori: non solo sui dati, ma anche sulle decisioni che vengono adottate nell’addestramento dell’intelligenza artificiale. Decisioni che, pare abbastanza ovvio, sono estremamente influenzabili da bias e convinzioni personali.

IA e Utilizzo di Dati

AI Act, Data Act, Data Governance Act: rappresentano sicuramente un passo significativo verso la regolamentazione dell’uso dell’intelligenza artificiale e dei dati secondo criteri che non riflettano solo le percezioni soggettive degli utilizzatori di questi sistemi, ma che garantiscano che l’intelligenza artificiale sia sviluppata e utilizzata in modo responsabile, con un’attenzione particolare alla riduzione dei bias e alla promozione dell’equità – e quindi alla scelta accurata dei dati per l’addestramento.

Un Invito alla Riflessione sull’IA e all’Azione

“Data Bugs – AI is a Mirror” ci invita a considerare il nostro ruolo nella formazione del futuro dell’intelligenza artificiale. Come individui e come società, abbiamo il potere e la responsabilità di influenzare la direzione che questa tecnologia prenderà: ciò richiede un impegno verso l’educazione, la sensibilizzazione e l’azione etica, nonché la volontà di partecipare attivamente al dibattito su questi temi. Nel cuore del dibattito c’è una verità fondamentale: l’intelligenza artificiale, nella sua essenza più pura, è uno strumento forgiato dalle mani umane. La qualità, l’equità e la giustizia dei suoi output dipendono direttamente dalla consapevolezza e dalla responsabilità con cui noi, come società, scegliamo di addestrarla.

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