Il settore legale, un esercizio che si è mantenuto pressoché inalterato negli anni… Cosa c’è di più tradizionale e conservatore?
A dire la verità, tutto!
Apritevi a un nuovo orizzonte. Strumenti innovativi, big data, intelligenza artificiale, machine learning: signore e signori, benvenuti al LegalTech Show.
In questa puntata zero conosciamo il nuovo programma di Radio Activa: Legaltech Show
Nato dalla collaborazione con BLB Studio Legale e la community di Legaltech Italia, il podcast di Radio Activa vi aprirà a nuovi orizzonti del settore Legal, tra strumenti innovativi, big data, intelligenza artificiale, machine learning.
Con due avvocati ai microfoni, Silvano Donato Lorusso e Nicolino Gentile, parleremo di come sta cambiando questo mondo e cosa c’è bisogno di fare – adesso – per non restare indietro.
Mettetevi comodi: inizia lo show!
Il boom del Legaltech in Europa: intervista a Holger Zscheyge (Presidente di ELTA)
Quale è lo stato dell’arte della tecnologia applicata al settore legale in Europa? Perché ormai il legaltech è ovunque? Sicuramente perché non si può fare a meno della tecnologia, e questo ambito non fa differenza.
È una questione di efficienza, non solo per non perdere denaro ma è anche un modo per essere allineati con le esigenze del tempo.
Ma quali sono i benefici delle soluzioni legaltech per i professionisti del settore? A queste e tante altre domande di Silvano Lorusso e Nicolino Lorusso ha risposto il primo ospite del Legaltech Show: Holger Zscheyge, Presidente di ELTA e Managing Director di Infotropic Media.
Cos’è l’accesso alla Giustizia? E quali sono gli aspetti fondamentali per valutare l’efficienza di un sistema giuridico?
Da recenti ricerche, 1 persona su 2 in Italia non è soddisfatta del sistema giuridico, per i tempi, i costi o per la soluzione – che spesso non arriva. Sistemi come quelli tedesco e inglese hanno tassi di soddisfazione addirittura inferiori, probabilmente perché l’accesso alla giustizia costa di più, per quanto sia più rapido.
Ma a cosa ci riferiamo quando parliamo di accesso alla giustizia? Al complesso dei canali informativi, agli strumenti e alle modalità con cui gli utenti posso accedere al sistema. Esso consente agli individui o talvolta anche a gruppi di persone di far valere i propri interessi e tutelarsi dalle violazioni dei loro diritti. Ne parliamo in questa nuova puntata di Legaltech Show, condotto come sempre da Silvano Lorusso e Nicolino Gentile di BLB Studio Legale.
Con la trasformazione digitale degli ultimi anni, il settore giuridico sta cambiando profondamente ma rimane saldo al principio dell’efficienza. Gli aspetti fondamentali per garantire un sistema efficiente sono l’informazione, il costo (sia in termini di investimenti sia di tempistiche) e soprattutto la formazione del personale giuridico, che deve essere ampia, trasversale e renderli consapevoli degli strumenti utilizzati. Attualmente la maggiore barriera di ingresso alla giustizia è sicuramente quella dei costi, soprattutto rispetto al tempo.
La digital tranformation, l’accesso alle informazioni, l’avvento e il predominio di internet, la disponibilità e la connessione dei devices: tutto ciò è estremamente collegato, anche per quanto riguarda le competenze: non solo diritto, ma anche marketing, gestione dei dati, e gamification. Oggi non si può pensare di rivolgersi al mercato senza avere queste competenze così trasversali.
“A partire dalle prime esperienze del 2005, in Italia abbiamo un processo civile telematico abbastanza efficiente, e siamo stati quasi dei precursori rispetto ad altri paesi. Milano è stata poi la punta di diamante per lo studio di determinate tecnologie e per la messa in atto di una serie di strumenti disponibili”, sottolinea Lorusso. Con il lockdown c’è stato un ulteriore passo in avanti: pensiamo all’utilizzo di Microsoft Teams per le udienze telematiche. Ad oggi sappiamo che dai primi depositi fino alle udienze, tutto può essere telematico: possiamo e dobbiamo fare di più, poiché soprattutto in questo settore, come ci ricorda Nicolino Gentile, “si devono cercare soluzioni e non posizioni di principio”.
T. Sharon Vani
Intervista all’avvocato Stefano Palmacci
Lisia (in greco antico: Λυσίας, Lysías, in latino: Lysĭas; Atene, 445 a.C. – Atene, 380 a.C.) è stato un oratore e logografo ateniese, uno dei più grandi dell’antichità.
E se vi dicessimo che il logografo Lisia, il “principe del foro”, è diventato un’intelligenza artificiale del settore legale? In questa nuova puntata di Legaltech Show, Silvano Donato Lorusso e Nicolino gentile hanno avuto il piacere di intervistare Stefano Palmacci, avvocato appassionato di tecnologia.
Palmacci ha sviluppato un progetto pioniere in Europa: Lisia, una piattaforma digitale innovativa nata dall’esigenza di migliorare una nicchia, le legal research, ossia le risposte a quesiti legali. Infatti, è il primo servizio di AI che risponde a quesiti legali, con suggerimenti veloci e puntuali.
A Lisia si possono fare domande legali in linguaggio naturale; l’algoritmo comprende le domande e risponde in pochi secondi. Attraverso una tecnologia innovativa, estrae il principio di diritto dalla sentenza, mostrando solo il testo utile e rilevante rispetto al quesito posto. Analizza la domanda grazie a un database di 2,5 milioni di sentenze e massime della Corte di Cassazione e dei Tribunali e Corti di merito d’Italia e l’AI che ne è alla base recupera la sentenza più pertinente.
Si tratta di una vera rivoluzione nel campo legale italiano ed europeo, che diminuisce del 75% i tempi per la ricerca legale ed in maniera più efficiente. Questo progetto non è interessante solo per i grandi risultati, ma anche per l’eterogeneità e la multidisciplinarietà della sua équipe. Il team degli avvocati ha lavorato fianco a fianco con il team degli ingegneri informatici e dei matematici che hanno costruito l’algoritmo basato su un sistema semantico-vettoriale. “I grandi uomini del passato” – afferma Lorusso – “erano i grandi pensatori, erano insieme filosofi, architetti, magari anche scultori, scrittori. Racchiudevano in sé una serie di conoscenze e avevano la fortuna e l’abilità di fare sintesi di tutto questo. La nostra cultura attuale invece, al di là di alcune genialità sparse, è molto più settoriale e specialistica. Oggi la tecnologia può diventare il prisma attraverso cui fare una sintesi di tutti questi soggetti diversi tra loro”.
Ma quale è il limite attuale dell’AI in questo settore? Queste soluzioni legaltech riusciranno a trasformarlo? E quali sono le prospettive per il prossimo futuro, soprattutto in Italia?
Intervista al magistrato Aldo Resta
In questa nuova puntata di Legaltech Show, come sempre in collaborazione con lo Studio Legale BLB e la Community di Legaltech Italia, i nostri speaker Silvano Donato Lorusso e Nicolino Gentile hanno intervistato il magistrato Aldo Resta, appassionato di nuove tecnologie.
Ha ideato Toga, il primo software giuridico basato su una logica di A.I. in grado di “leggere la Legge”: contiene tutte le norme penali e i reati previsti dalla legislazione italiana, elabora e fornisce informazioni aggiornate ed operative sui principali istituti, processuali e sostanziali, gestisce l’agenda processuale del penalista, verifica termini e scadenze, conserva in sicurezza atti e documenti.
Il software che ne è alla base – si legge sul sito – funziona sul cloud ed è utilizzabile con qualsiasi dispositivo, Mac, iPhone, iPad, PC, dispositivi Android, ed è d’interesse per le professioni legali poiché gestisce l’intero corpus dei reati previsti dalla legislazione penale italiana.
L’area penalistica non ha grande riscontro nella maggior parte dei tool a livello internazionale, per questo è così interessante Toga. Seppur le Istituzioni italiane siano sempre più sensibili e proattive verso l’innovazione e l’informatica giudiziaria, bisogna ricordare che la storia dell’informatica giurista, soprattutto in Italia, è una storia tormentata: infatti nel corso del tempo c’è stata una vera e propria moltiplicazione di sistemi che tuttavia si sta cercando di unificare.
L’ideale, afferma il Magistrato, sarebbe una piattaforma unica e ricorda che “i software migliori nascono dall’osservazione qualitativa dei flussi di lavoro. C’è una grande quantità di lavoro che è fuori udienza e fuori aula, qui l’innovazione, la tecnologia e l’automazione portano benefici enormi in termini di risparmio di tempo. Tutti i sistemi di ottimizzazione del flusso di lavoro sono sistemi che ti fanno andare più veloce e quindi si può recuperare molto tempo”.
Ma le domande restano: come mai nell’amministrazione della giustizia penale, sia nelle Corti sia a livello ministeriale, si è arrivati più tardi all’utilizzo di strumenti innovativi rispetto al civile? E l’innovazione nel settore giudiziario potrà supplire all’esigenza di avere più magistrati a disposizione?
Sicuramente ci sono pareri discordanti e prese di posizioni (anche contrarie) all’utilizzo di tool che, mediante all’AI, elaborano i dati ad esempio a fini predittivi. Ma Aldo Resta ricorda che “abbiamo paura di quello che non conosciamo, anche a livello lavorativo. C’è sempre un modo migliore di fare le cose”. E, senza dubbio, un utilizzo intelligente dei dati grazie all’intelligenza artificiale migliorerà e alimenterà la macchina della Giustizia.
T. Sharon Vani
QUANDO LA CREATIVITÀ INCONTRA IL SETTORE LEGALE
Intervista a Tessa Manuello, Founder e CEO di Legal Creatives
Bentornati al Legaltech Show, il programma condotto da Silvano Donato Lorusso e Nicolino Gentile di BLB – Studio Legale e di LegaltechItalia. Oggi parliamo di Legal Design, un settore in grande crescita negli ultimi anni con un ospite d’eccezione di questa nuova puntata è Tessa Manuello, Founder e CEO di Legal Creatives.
Speaker riconosciuta a livello internazionale, Tessa Manuello è conosciuta nel mondo per essere pioniera di questo settore, che è un punto di intersezione tra il mondo legale e quello più creativo.
Ma cos’è il Legal Design? Si tratta di una disciplina che si propone di rendere la Legge più accessibile, utile e anche più attrattiva per le persone e soprattutto rendere più trasparente il mondo legale ai cittadini. Questo mondo può essere mondo difficile e complesso per gli utenti; il Legal design cerca di rendere questo navigare più semplice, per rendere la customer experience dei clienti piacevole, intuitiva, creare prodotti e servizi legali incredibilmente attraenti. Il legal design è una materia multidisciplinare, e non potrebbe essere altrimenti visto che coinvolge avvocati, giuristi, designer, comunicatori fino ad arrivare ai programmatori.
Quando si parla di legal design si sta parlando di usare il pensiero del design: grafica, font differenti, colori, la grafica può essere migliorata, semplificata, resa più comprensibile e per la usability. Non è solo un’acquisizione di skills, ma è anche una questione di cambio di mindset: pensiamo infatti che il settore legale è un ambiente molto conservatore e tradizionale.
Se nel resto del mondo Tessa è riuscita a rivoluzionare questo settore, nel vecchio Continente il legal design è studiato e implementato soprattutto in Finlandia e in Europa centrale, dove nei paesi di lingua tedesca sono stati coniati termini specifici per la legal visualization (Rechtsvisualisierung),la visual legal communication (Visuelle Rechtskommunikation), e la visual law (Visuelles Recht). Invece in Italia se ne parla ancora troppo poco. Siamo pur sempre il Paese dell’Impero Romano, culla della Giurisprudenza; pensiamo che ancora oggi si studia Diritto Romano in tutto il mondo! E quindi nel Bel Paese questa novità così dirompente, disruptive ed esplosiva non ha ancora fondato le sue radici.
Come ricorda Silvano, ad esempio “in Italia i contratti, i documenti sono scritti più o meno con la stessa struttura”, ogni parte è ben definita in una determinata posizione, in una struttura piuttosto consolidata e – se vogliamo – rigida. È difficile, per le parti più tecniche, considerare e immaginare il livello di design; tuttavia, come sottolinea l’ospite, “il Legal design è una vera e propria opportunità per ripensare e rivalutare gli strumenti che utilizziamo”.
Da sempre, la Giurisprudenza e il settore Legale cercano le risposte nel passato; ma quando si parla di innovazione, bisogna guardare al futuro. “Abbiamo nuove tecnologie e metodologie a disposizione e possiamo sfruttare il legal design per risparmiare tempo e risorse”. E quindi possiamo riprogettare i contenuti dei contratti così da renderli non solo visivamente più attraenti ma anche più facili da capire; ripensare i formati e utilizzare un linguaggio più semplice per renderli più accessibili; rivedere i moduli per accelerare il processo di gestione dei reclami e per promuovere le negoziazioni anziché le controversie.
Ma quando si parla di legal design, sottolinea Tessa, bisogna riferirsi a tutto il mondo legale, “anche gli oggetti che vengono usati possono aiutare”; dagli spazi alle brochure, dal sito alle sedie in ufficio, nulla è lasciato al caso. Le aziende più innovative al mondo condividono una cosa in comune: usano il design come processo iterativo per innovare in modo più efficiente e con successo concentrandosi sulla User Experience.
T. Sharon Vani