LA TUTELA DELL’INDIVIDUO NEL METAVERSO: COME AFFRONTARE LE SFIDE DEI CRIMINI VIRTUALI

Il Metaverso è ormai una dimensione virtuale nota a tutti, una frontiera digitale in rapida espansione che promette un futuro di interazioni virtuali senza precedenti. Tuttavia, insieme alle sue infinite possibilità, emergono sfide significative in termini di sicurezza e privacy per gli utenti. Recentemente, infatti, casi di abusi sessuali virtuali hanno sollevato interrogativi urgenti sulla tutela all’interno di tali spazi digitali, evidenziando la necessità di misure di sicurezza robuste e di un quadro legale adatto a governare queste nuove realtà.

In particolare, è notizia dello scorso mese che, nel Regno Unito, una giovane ragazza  di 16 anni è stata aggredita virtualmente da alcuni utenti anonimi mentre navigava su una piattaforma digitale per la realtà aumentata. Nonostante non vi siano stati danni fisici, in quanto l’abuso ha interessato esclusivamente il suo personaggio virtuale, la ragazza potrebbe aver subito un trauma psicologico. Le autorità del Regno Unito hanno iniziato a condurre un’inchiesta concernente l’episodio di abuso sessuale avvenuto all’interno del Metaverso (la testata giornalistica britannica The Guardian ha approfondito la vicenda: https://www.theguardian.com/commentisfree/2024/jan/05/metaverse-sexual-assault-vr-game-online-safety-meta). L’indagine delle autorità su tali crimini virtuali presenta notevoli sfide, principalmente nell’identificazione degli aggressori a causa dell’anonimato garantito dalle piattaforme che non richiedono documenti identificativi per la registrazione, permettendo la creazione di avatar attraverso connessioni internet non tracciabili. Inoltre, tale recente stupro nel Metaverso sarà un importante banco di prova per la nuova legge sulla sicurezza online del Regno Unito, cd Online Safety Bill, una serie di leggi per la protezione di bambini e adulti online che risale a un anno fa.  Tuttavia, le leggi attuali che definiscono gli abusi sessuali come contatti fisici non consensuali, rendono difficile perseguire legalmente tali casi.

Già in passato sono avvenuti casi di molestie nel Metaverso. In particolare, nel maggio del 2022, un’altra donna ha segnalato di aver subito molestie sessuali in Horizon Worlds, un videogioco online di realtà virtuale con un sistema di creazione di giochi integrato sviluppato e pubblicato da Meta, dove il suo personaggio virtuale è stato forzato a partecipare ad atti sessuali. Meta, dopo tale episodio, ha deciso di introdurre uno spazio personale di sicurezza attorno agli avatar per prevenire incidenti analoghi, assicurando che episodi simili non sarebbero possibili sulla loro piattaforma grazie a tali misure di protezione (https://www.meta.com/it-it/help/quest/articles/horizon/safety-and-privacy-in-horizon-worlds/personal-boundary-horizon-worlds/). Inoltre, nello stesso anno, con l’intensificarsi di denunce per molestie e di aggressioni sulla medesima piattaforma, Meta ha deciso di ampliare le tipologie di contenuti proibiti all’interno della sua piattaforma, che potessero simulare attività illecite o a sfondo sessuale.

In linea generale, è bene evidenziare che l’aumento della popolarità di ambienti virtuali porta con sé un incremento degli utenti e, di conseguenza, dei rischi di criminalità virtuale. Nonostante la mancanza di un soggetto che possa controllare il Metaverso e intervenire contro gli abusi all’interno di spazi virtuali, le autorità stanno iniziando a organizzarsi per affrontare tali problematiche. L’Interpol (https://www.wired.it/article/metaverso-interpol-ufficio-crimine-violenze/), ad esempio, ha recentemente istituito un ambiente virtuale dedicato allo studio dei crimini nel Metaverso e ha fornito una guida sui pericoli virtuali e su come gestirli. Secondo l’Interpol, i crimini da affrontare nel Metaverso non riguarderanno solo molestie sessuali, ma anche ad esempio furti di dati, riciclaggio, e frodi finanziarie.

Invece, in una prospettiva di tutela giurisdizionale, ci si chiede come proteggere gli utenti delle piattaforme di realtà virtuale, e a chi imputare la responsabilità quando accadano episodi inaccettabili come quelli della giovane donna britannica. Secondo Katherine Cross, specialista in crimini informatici presso l’Università di Washington, la responsabilità di prevenire tali atti dovrebbe essere attribuita agli operatori delle piattaforme, proponendo che i governi impongano l’implementazione di politiche di sicurezza efficaci. Secondo l’esperta, per garantire la sicurezza online, le aziende si dovrebbero assumere la responsabilità, piuttosto che demandarla agli utenti.

Inoltre, per gli operatori del settore giuridico è fondamentale risolvere la questione dell’individuazione dello spazio, cioè stabilire quale giurisdizione dovrebbe occuparsi di un crimine che non ha una precisa collocazione fisica.

Con riguardo alle novità introdotte dall’Unione Europea, la Commissione Europea ha adottato una “strategia sul web 4.0 e sui mondi virtuali” che mira a guidare la prossima transizione tecnologica garantendo un ambiente digitale aperto, sicuro, affidabile, equo e inclusivo per i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni dell’Unione stessa. Essa Si concentra sull’integrazione di ambienti digitali e reali, sul miglioramento delle interazioni uomo-macchina e sul sostegno alla digitalizzazione dell’economia dell’UE oltre il 2030. La strategia pone l’accento sulla responsabilizzazione degli individui, sul potenziamento dei servizi virtuali e sulla definizione di standard globali per promuovere un mondo virtuale equo, innovativo e interconnesso che rispecchi i valori dell’UE (https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_3718). Inoltre, gli ultimi regolamenti in materia di intelligenza artificiale, su tutti il Digital Services Act e il Digital Markets Act, mirano a creare uno spazio digitale più sicuro in cui siano protetti i diritti fondamentali degli utenti e a creare condizioni di parità per le imprese.

Ad ogni modo, prevenire abusi e condotte lesive nel Metaverso è cruciale. In tale realtà, infatti, si celano pericoli legati ad abusi o alla diffusione di materiali illegali. È essenziale che i regolamenti in vigore siano rafforzati da misure efficaci che assicurino l’osservanza delle norme ed evitino azioni malevole da parte degli utenti. Gli inventori delle piattaforme presenti nel Metaverso hanno l’opportunità di attuare sistemi di segnalazione, moderazione e penalità adeguate a contrastare tali atti, favorendo così uno spazio virtuale più protetto e inclusivo.

Altrettanto fondamentale è l’educazione degli utenti riguardo le ripercussioni negative di queste azioni, oltre a stimolare un’atmosfera di rispetto e inclusione all’interno della realtà virtuale stessa. Mediante iniziative di sensibilizzazione, programmi educativi e la diffusione di principi etici, si può favorire una maggiore consapevolezza e impegno responsabile tra gli utenti, spingendoli verso interazioni socialmente positive nel Metaverso. In conclusione, affrontare i crimini nel Metaverso richiede un approccio collaborativo che unisca la tutela giurisdizionale, l’innovazione tecnologica, l’impegno legislativo e la responsabilità dei titolari delle piattaforme. Mentre navighiamo in queste nuove dimensioni virtuali, è fondamentale che sviluppatori, utenti e autorità lavorino insieme per garantire un ambiente digitale sicuro, rispettoso e inclusivo. Solo così possiamo sperare di trasformare il Metaverso in uno spazio che arricchisca le nostre vite senza compromettere la nostra sicurezza e dignità.

Autore: Salvatore Caccioppoli

Foto: Figura 1 Credit: Tumisu, Pixabay, ID: 6891052

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