Un Robot per Giudice?

Come già per molti business, l’IA offre benefici straordinari anche all’industria legale. Nel contesto giudiziario, tuttavia, la posta in gioco è oltremodo alta. Usare un algoritmo predittivo per decidere i termini della custodia dei figli non è esattamente l’equivalente di Netflix che ti consiglia quale film guardare dopo.

La maggior parte degli specialisti dell’IA crede che questa sostituirà i lavoratori umani in futuro. Ma siamo sicuri che l’IA potrà sostituire più o meno completamente i giudici e gli ufficiali giudiziari? O addirittura pensiamo che debba farlo?

Indice degli argomenti:

  1. Un robot per giudice in Cina.
  2. Un robot per giudice in USA.
  3. Il linguaggio non verbale.
  4. Giudizi e pregiudizi.
  5. Le conclusioni?

1. Un robot per giudice in Cina.

Xiaofa lavora al Tribunale di Pechino. Offre consigli legali e aiuta gli utenti a comprendere la terminologia giuridica. Ha in memoria risposte a più di 40.000 domande sulle controversie e può gestire 30.000 argomenti legali. Cosa lo rende unico? Xiaofa è un robot! I teorici della cospirazione possono tuttavia tirare un sospiro di sollievo: l’apocalisse AI non è (ancora) vicina. Questo “giudice” virtuale, le cui abilità sono basate su tecnologie intelligenti di sintesi vocale e di immagine, sarà utilizzato solo per il completamento di “lavori di base ripetitivi”. Ciò significa che l’IA si occuperà principalmente della ricezione online delle controversie e di fornire una guida agli utenti. Nella sua mossa verso un sistema giudiziario intelligente, la Cina ha schierato più di cento robot nei tribunali del paese, i quali si potranno occupare di recuperare i precedenti, riducendo il carico di lavoro delle autorità. Alcuni dei robot hanno sono anche specializzati, ad esempio in diritto commerciale o nelle controversie di lavoro.

2. Un robot per giudice negli USA.

Nella Corte Superiore della Contea di Los Angeles in California, il tribunale più grande del mondo, Gina aiuta i residenti a gestire le loro citazioni per divieto di sosta. Conosce cinque lingue e aiuta più di 5.000 cittadini al mese. Gina non è una vera IA, poiché è programmata per lavorare secondo percorsi predefiniti. Tuttavia, ha posto le basi per un’automazione più sofisticata.

Los Angeles sta ora lavorando al progetto Jury Chat Bot, che sfrutterà una vera AI, ha detto a ZDNet Snorri Ogata, CIO della Corte Superiore di Los Angeles. Il chatbot è stato creato per essere in grado di comprendere il linguaggio naturale e svolgere servizi di traduzione. Il tribunale sta inizialmente concentrando i suoi sforzi intorno al processo di convocazione della giuria.

3. Il linguaggio non verbale.

Passiamo al linguaggio non verbale. L’autore esperto di AI Terence Mauri sostiene che le macchine rileveranno i segnali fisici e mentali di chi mente con una precisione del 99,9%, che potranno farlo esaminando soggetti che parlino tutte le lingue conosciute e che rileveranno se qualcuno sta mentendo più di quanto non possa fare un umano. I “giudici robot” avranno telecamere che cattureranno e rileveranno modelli di discorso imprevedibili, immotivati aumenti della temperatura corporea e particolari movimenti delle mani e degli occhi. Le informazioni saranno poi analizzate per rendere un giudizio presumibilmente impeccabile sul fatto che un imputato o un testimone stia dicendo o meno la verità. Mauri si aspetta che le macchine saranno comuni nei processi civili e penali in Inghilterra e Galles tra cinquant’anni circa.

4. Giudizi e pregiudizi.

Gli algoritmi di intelligenza artificiale, per definizione, non nascono perfetti né possono diventarlo, poiché, per essere utilizzati, devono essere codificati dagli umani, utilizzando dati storici. Quindi, utilizzare l’intelligenza artificiale nelle aule giudiziarie ha, oltre ai vantaggi, potenziali vulnerabilità, considerato che, siccome questi sistemi utilizzano dati demografici passati, hanno un alto rischio di recare pregiudizi intrinseci. Ad esempio, un tasso più alto di afroamericani è incarcerato rispetto ai bianchi, il che potrebbe rendere più probabile che un algoritmo discrimini in base alla razza.

5. Le conclusioni?

Sembrano esserci più domande che risposte. Non è ancora chiaro quale ruolo avranno gli algoritmi di AI nel quadro giuridico-legale ed in che modo i governi controlleranno questo fenomeno. Non è ancora chiaro quali tecnologie potranno diventare senza confini e come i vari governi e le autorità legali sceglieranno di controllare il loro uso. Tuttavia, il giorno in cui la tecnologia diventerà il giudice del comportamento umano buono e cattivo ed imporrà sanzioni appropriate è davvero da qualche parte, nel futuro.

Bibliografia

https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1742-6596/1570/1/012047/pdf

https://ctlj.colorado.edu/wp-content/uploads/2020/08/2-Campbell_06.25.20.pdf

http://www.diva-portal.org/smash/get/diva2:1412162/FULLTEXT02.pdf

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